Il lato brutto di quello che siamo

Il guaio è che dopo alcuni decenni già trascorsi ciascuno si trova a ricapitolare certe cose che stanno da sempre lì, avvolte da nessuna certezza, con una voglia maggiore di trarre qualche bilancio più serio. Bisognerebbe guardarsi dentro, attorno, accanto ed essere onesti. E, invece, c’è chi, anche dopo aver vissuto già quattro o cinque decenni, si nasconde, con ancora più forza, dietro verità assolute, una bandiera, un’appartenenza, una fede politica, un movimento che crede liberatorio, le risposte/visioni che si convince di aver trovato una volta e per tutte. C’è chi si chiude, persino, dentro il tifo per una squadra di calcio che, troppo spesso, snatura, deforma, rende idioti persino i più miti, quelli più colti che proprio “grazie” al tifo danno il peggio di sé. Altri si chiudono nel misticismo, in qualche “comoda” vocazione al metafisico che nulla toglie e tutto dona in sicurezza di vita e privilegi senza però riuscire mai a dare un minimo di coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa, tra quello che si chiede di fare agli altri e quello che, nel concreto, si riesce a fare nella propria vita.

Ombra-1024x461 Il lato brutto di quello che siamo

Non c’è niente di più ambiguo della nostra natura umana. Di noi che usiamo le parole per ottenere effetti positivi sugli altri, che predichiamo Dio senza capire se davvero facciamo tutto quello che Dio vorrebbe da noi. Noi che ci mettiamo davanti allo specchio dell’anima e ci elogiamo da morire per non sentirci nani. Noi capaci di ammonire tutti gli altri e di vedere in loro il lato peggiore come fosse altro da noi. Noi che quando siamo piccoli apprendiamo i peggiori difetti degli adulti e quando siamo adulti perdiamo ogni traccia di quella fantastica immaginazione che ci fece bambini. Noi che cerchiamo a tutti i costi il successo, ogni consenso e ogni modo per distinguerci dagli altri, per vincere “quella competizione” che inizia, già con noi stessi, il giorno in cui veniamo al mondo. Persino dentro la stessa casa che ci vede ancora infanti.

Il lato peggiore di quello che siamo iniziò ad annoiarmi già da tempo. È tutto già scontato che non riesco più trovare, a questa età, qualcosa di serio e di concreto che possa fargli da antidoto. Ma lotterò fino alla fine con lucidità e disincanto. La nostra natura umana mette addosso a noi, in quel che facciamo, pensiamo, agiamo anche tutti i peggiori difetti che vediamo negli altri. Mi annoia la corsa alla visibilità di tutti quelli che incontro, quelli che hanno una fame spasmodica di essere sempre al di sopra degli altri, migliori degli altri e giammai accanto agli altri. Mi annoia l’insulto volgare che leggo ovunque, la malizia di nascondere, come si deve, il male dietro il bene, quella furba persuasione che tutto vada fatto per un proprio malcelato tornaconto. Sempre da esso animati. Persino la carità, l’operosa e filantropica benevolenzia che si può fare a chi è in difficoltà, l’aiuto che si organizza per gli altri si deve sempre mettere in vetrina affinché gli altri sappiano ciò che facciano e ciò che facciamo possa servire a qualcosa che farà bene soprattutto a noi.

Mi annoia e mi indigna la retorica della politica che abbiamo trasformato nella più ambigua e pericolosa prostituta per la retorica della vecchia e della nuova politica, le caste di ieri e quelle di oggi, la persuasione che l’homo homini lupus sia qualcosa di più che un’intuizione filosofica.

Del mistero che siamo non mi sono mai capacitato e, del resto, credo di essere in buona compagnia. Quel mistero, di certo, non nasconde solo il bene: che possiamo grandi cose. Che siamo capaci di amare, meravigliare e agire per il bene altrui prima che per il bene nostro. Il male di quel mistero e di quello che siamo non vogliamo vederlo. Non possiamo accettarlo. Così facciamo “prediche” che non servono a nulla, rimproveriamo al mondo e agli altri ciò che vive in noi esattamente come nel mondo e negli altri.

È questo il lato buio e pernicioso della nostra natura umana che oggi non mi annoia soltanto ma inizia ad indignarmi. Cerco una via d’uscita affinché quel “buio” che ci rende troppo umani possa farci migliorare. Renderci il coraggio di scovarlo per metterlo al bando, per farlo soccombere sotto i colpi di un anelito migliore. Un vero anelito d’amore: quello che prima del nostro bene vuole e cerca il bene degli altri. Anche là dove il nostro bene viene ridimensionato e non più messo sempre al centro di ogni cosa.

13Shares

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *