Il coronavirus in un cartone animato per i bambini, i soggetti più deboli in questa emergenza

Sono loro, i bambini, i soggetti più deboli in questo momento in cui l’isolamento sociale da coronavirus coinvolge e disorienta milioni di adulti costretti a restare chiusi nelle case, assieme a loro, per non contrarre e diffondere il contagio da covid 19, meglio noto come coronavirus. E mentre per noi adulti e per i nostri anziani attingere all’archivio della memoria e del vissuto di esperienze regresse risulta più semplice e, talvolta, più fortificante, per i bambini la vicenda del coronavirus (così estrema e così nuova anche per i loro genitori e i loro nonni) è del tutto inedita. Una responsabilità enorme che ricade per intero su di noi che siamo, in questi giorni, accanto a loro dentro le nostre case. Dobbiamo esercitarla con grande saggezza. Evitare di creare allarmismi, il panico, la fobia che si possa essere contagiati tutti da un momento all’altro.

La vita dei nostri bambini, come la nostra, sarà segnata per sempre da questa esperienza. Le strade delle nostre città deserte, i parchi serrati, la paura di contrarre il virus, il distanziamento sociale, le scuole e le attività commerciali chiuse già da giorni sono immagini che restano impresse nella memoria. La notizia di così tanti morti, di sofferenze e drammi umani e sociali che la tv e i social raccontano possono minare la serenità dei nostri bambini che, invece, dobbiamo difendere a tutti i costi.

Far capire loro che da questa storia ne usciremo al di là dei disegni che tanti di loro hanno realizzato e mostrato a tutti. Dobbiamo, nel contempo spiegare loro a cosa stare attenti, in quali e quanti modi occorre difendersi in questi giorni per non contrarre il coronavirus.

Questo cartone animato, che segue, è stato realizzato dalla Provincia autonoma di Bolzano e da Eurac Research è lo trovo davvero molto efficace. Utile per aiutarci in questa direzione. Il resto, chiaramente, dovremo farlo noi a casa, casa per casa, ognuno per sé rispettando i tempi e le personalità dei nostri bambini. Con l’augurio di replicare la bravura mostrata, in condizioni diverse e in un copione cinematografico, da Roberto Benigni che riuscì a raccontare, in presa diretta, al bambino che nel film era suo figlio e stava con lui, com’era accaduto nella realtà di tanti, in un campo di concentramento la morte di tanti e lo sterminio. “La vita è bella” valse a Roberto Benigni l’Oscar tanto era riuscito a raccontare con efficace e “leggerezza” l’esperienza dei campi di sterminio. Il nostro compito, forse più facile, non ci varrà un Oscar ma di sicuro la missione di tutelare la serenità e la vita dei nostri bambini in questa assurda storia che ha cambiato la nostra e la loro vita fino a che il coronavirus non sarà sconfitto. Ecco il cartone animato che, mi auguro, vogliate far vedere sin da subito ai bambini che sono con voi.

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