Tutti i politici che prendono tangenti negano sempre. E le riprendono negando sempre

La vicenda delle tangenti prese al Parlamento europeo conferma, semmai ce ne fosse bisogno, che tutti i politici che prendono tangenti negano sempre. Che siano parlamentari europei, di singoli Stati. Oppure in Amministrazioni regionali o comunali, che siano sindaci o assessori, consiglieri o di altro incarico, l’atteggiamento è sempre lo stesso anche davanti a prove schiaccianti, ad intercettazioni telefoniche ed ambientali, a dati e, persino a condanne. Perché la politica che vorrebbe trasparenza, etica e moralità pur di continuare ad essere il “paese delle bugie” diventa con loro la “cloaca” dei peggiori difetti umani che, per questo, occorre negare fino alla fine.


Il termine, coniato di recente, persino prima che i Mondiali di calcio 2022 volgessero al termine era già entrato nei nuovi vocaboli della Treccani. Da un po’ di mesi se qualcuno cerca Qatargate sulla Treccani si apre un vero e proprio “scenario” che si aggiorna costantemente e dove si legge tra l’altro: “qatargate (Qatar gate, Qatar-gate) s. m. inv. Scandalo internazionale legato agli interessi dello Stato del Qatar. ◆ L’oro del Qatargate: ferie da 100mila euro e / sacchi di banconote. Panzeri si prodigava pure per / il Marocco [sommario] Una specie di Soumahoro in giacca e cravatta, un alfiere dei diritti dei poveri che garantiva a sé e alla / famiglia un invidiabile tenore di vita. (Giornale.it, 11 dicembre 2022, Politica) • Per rispondere al Qatar gate Roberta Metsola ha promesso “riforme a tutto campo” in modo da rendere il Parlamento europeo a prova di corruzione, conflitti di interesse e clientelismi. Ma la sua prima decisione del 2023 rischia di infliggere un altro colpo alla credibilità etica del Parlamento europeo: Metsola ha scelto suo cognato, il maltese Matthew Tabone, come nuovo capogabinetto, una funzione chiave con stipendio base tra i 15 e i 20 mila euro al mese, che tradizionalmente apre le porte a carriere lampo nell’apparato burocratico dell’Ue. (David Carretta, Foglio.it, 30 dicembre 2022, Esteri) • [tit.] Qatargate: la commissione Diritti umani / del Parlamento Ue resta senza / presidente [sommario] Maria Arena lascia dopo i duri attacchi per la sua vicinanza a Panzeri. Sotto accusa anche / per il viaggio in Qatar pagato da Doha. (Europa Today.it, 12 gennaio 2023, Attualità) • Emergono nuovi dettagli sul Qatar-gate, lo scandalo che ha travolto il Parlamento europeo. L’allargamento a macchia d’olio della vicenda non fa che rendere più evidenti l’inefficienza dei sistemi di controllo interno: a partire dalla libertà di movimento che veniva garantita ad Antonio Panzeri nei corridoi e nelle iniziative del Parlamento nonostante non coprisse più alcuna carica e la sua ong non risultasse nel Registro della trasparenza. (Affari Italiani.it, 5 gennaio 2023, Politica).

Intanto, il 10 febbraio come già ci si aspettava da tempo, la Procura federale belga ha chiesto alla Guardia di Finanza di Napoli di notificare un mandato di arresto europeo all’europarlamentare italiano Andrea Cozzolino, eletto col Partito Democratico (PD) nel gruppo dei Socialisti e Democratici e indagato nel caso di sospetta corruzione più grave ed infamante per il Parlamento Europeo da parte del Qatar e del Marocco. Origini e radici a Napoli da dove ha iniziato la sua carriera politica Cozzolino si trova ora nel carcere di Poggioreale, a Napoli e secondo fonti giudiziarie del quotidiano belga L’Echo che sta seguendo molto da vicino la vicenda è accusato di far parte di un’organizzazione criminale, di riciclaggio di denaro e corruzione che ha già portato agli arresti di Panzeri e di Eva Kaili, di Giorgi e di Marc Tarabella.

Dell’arresto di Cozzolino si dovuta occupata la Guardia di Finanza di Napoli perché la polizia belga non aveva trovato Cozzolino nella sua casa di Bruxelles durante l’ultima perquisizione. Nella stessa giornata la polizia belga aveva arrestato Marc Tarabella, europarlamentare, belga di origini italiane, a sua volta membro del gruppo dei Socialisti e Democratici e indagato per lo stesso caso. Cozzolino che non si trovava nemmeno nella sua casa di Napoli, era ricoverato in una clinica della città da cui poi è stato portato in carcere. Come Antonio Panzeri, la figlia e la moglie, come Eva Kaili e il fidanzato Giorgi, come Marc Tarabella anche Andrea Cozzolino, che a Napoli era molto votato, ha risposto alle accuse dichiarandosi innocente. Accade sempre così con tutti i tangentisti che fanno politica prendendo tangenti. Che vengono presi con le “mani nella marmellata”, registrati, pedinati, indagati e persino condannati dichiarandosi sempre innocenti. Persino quando scampando a processi e ottenendo pene minime ricominciano a far politica e a riprendere tangenti. Negare e negare sempre: è questo l’imperativo perché la politica ammette solo bugie se le si sa raccontare e ci si fa persino rivotare. Che si sia di destra, di sinistra, di lista civica o di altro raggruppamento politico.

Ad Annamaria Testa, psicologa esperta in comunicazione, avevo chiesto già tempo fa di aiutarci/mi a spiegare l’inclinazione a negare sempre che si esprime a tutti i livelli. «A proposito dell’attitudine a negare l’evidenza, – mi aveva detto – la psicologia ci dice alcune cose interessanti. Per esempio: negare è un meccanismo di difesa, che impariamo ad attivare già quando siamo piccoli per proteggerci da pensieri ed eventi che ci appaiono insostenibili o ingestibili. Più precisamente, diciamo negazione quando una persona, per allontanare da sé dolore, frustrazione e disagio, rifiuta più o meno coscientemente di riconoscere la concretezza e la realtà di un fatto, o la provata fondatezza di un’affermazione. Diciamo, invece, rimozione se perfino il processo del negare si verifica in maniera inconscia. Negare l’evidenza è una reazione primitiva e immatura: non ci aiuta a governare la realtà, e non la cambia. Piuttosto, provando a cancellarla, la maschera o la nasconde, rischiando di renderla nel tempo ancora più ingestibile».

«Tutto ciò non significa – continuò – che negare l’evidenza sia una strategia sempre inefficace o inutile. Può aiutarci, anche da adulti, a tirare il fiato di fronte a un problema o a un evento improvviso e drammatico, fino a quando non riusciamo ad adattarci mettendo insieme le risorse necessarie ad affrontarlo con consapevolezza. Però la difesa, se prolungata nel tempo, può, appunto, diventare disfunzionale e gravemente patologica». Ed qui che la deriva si fa solco, voragine. Il politico che nega davanti alle tangenti che ha preso è pronto a riprenderle mettendo in piedi esattamente lo stesso meccanismo e percorso che lo ha portato a farlo la prima volta.

Intanto poco più di una settimana fa a Cozzolino e Tarabella era stata revocata l’immunità da europarlamentare, che garantiva loro di non subire indagini, detenzioni o azioni legali. Di Cozzolino si era parlato anche in precedenza soprattutto perché il suo assistente, Francesco Giorgi, era stato arrestato nell’ambito della stessa inchiesta: sono state proprio le dichiarazioni di Giorgi fatte alla polizia belga che hanno portato all’arresto di venerdì 10 febbraio scorso.

Cozzolino era dal 2019 presidente della delegazione del Parlamento Europeo per le relazioni con i paesi del Maghreb e dell’Unione del Maghreb arabo, che si occupa di organizzare riunioni con rappresentanti eletti di paesi come il Marocco. Stando alla testimonianza di Giorgi, Cozzolino sarebbe stato pagato dal Marocco «con vestiti e cravatte» per difendere gli interessi del paese che non erano solo «vestiti e cravatte». Tarabella, che aveva negato pubblicamente un suo coinvolgimento e si era detto favorevole alla revoca dell’immunità, in modo da potersi difendere dalle accuse, era entrato tra i possibili arresti dopo una perquisizione nel suo ufficio.

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