La festa della mia Repubblica con gli scatti che ho realizzato per voi

Venerdì 2 giugno 2023: anche quest’anno ho voluto seguire da vicino assieme ad altri colleghi cronisti di politica italiana, per il secondo anno consecutivo, le celebrazioni dedicate all’Anniversario della nascita della Repubblica. La cerimonia all’Altare della Patria e poi la tradizionale Parata che si svolge in via dei Fori Imperiali. Nel primo anniversario della Repubblica vissuto dal potere di destra che ora governa la nazione, mai cambio fu più visibile a vedere i volti che lo hanno animato. Eppure mai Costituzione fu più applicata ora che al governo nazionale l’alternanza tra destra e sinistra è un fatto concreto e realizzato con il voto degli italiani. A patto che tutti abbiano la decenza di usare poca ideologia ed il rispetto più alto che occorre per tutelare quella stessa Costituzione che ci ha reso un paese civile e democratico.


Marino Bartoletti se ne andava solo e a passo lento quasi cercando qualche vero punto di riferimento. “Mio caro direttore, ti saluto con molta stima!” non ho esitato a dirgli per esprimergli la mia sincera ammirazione per ciò che ha fatto negli anni e per il momento che vive. Mario Sechi si sentiva a proprio agio. Gennaro Sangiuliano era senza dubbio il più felice tra i “nuovi” ministri della Repubblica virata a destra. Giorgia Meloni è riuscita dove altri non sono arrivati. Oggi è tutta in nero, minuta che d’altezza accanto a Crosetto la differenza è abissale. Via dei Fori Imperiali a Roma il 2 giugno si popola, ogni anno, con molta lentezza ma con tutta l’aria di festa civile che si respira. Di certo la festa civile e nazionale più importante e solenne che gli italiani possano vivere. Arrivano dai due lati, e con tutto lo sforzo della macchina pubblica che si mette in moto, civili e militari, autorità religiose e funzionari dello Stato. Tutte le divise di cui si compone lo Stato. E poi arrivano i mutamenti. Quelli che gli italiani scrivono dentro le urne quando vanno al voto. davanti all’Altare della Patria, palazzo Venezia è un triste ricordo o uno sfondo che ispira ancora qualcuno. Ignazio La Russa, che è arrivato come da cerimoniale, subito dopo Guido Crosetto e Fontana, direbbe di sì. Ma occorre che nemmeno lui dimentichi davvero che cosa è stato il ventennio fascista e quale sconquasso è stato per l’Italia.

Ma soprattutto, nessuno dimentichi che la Costituzione ci ha reso il paese libero e democratico che siamo ora. Che ha individuato e sancito l’architrave della Repubblica nata 77 anni fa. Che ad essa si è arrivato dopo il sacrificio enorme pagato con la morte di tanti partigiani che non furono solo di “fede” comunista ma anche liberali, socialisti, popolari, di ceti sociali medi e di tanta altra origine. Persino semplici volontari di libertà e di pensiero che combatterono e si fecero uccidere per la libertà. Pagarono con la vita quel che oggi è la libertà di tutti noi. Anche di quelli che a destra, in quegli anni, stavano dalla parre sbagliata della storia e difendevano (e difendono) Mussolini e tutti i suoi seguaci. Settantasette anni dopo sono ancora molti coloro che dietro le bandiere di quelle vecchie contrapposizioni evocano mostri indicibili. Ci sono fascisti nostalgici e fascisti velati. Forse persino fronde giovani e nuove. Ma anche pentiti o del tutto riconvertiti alla causa moderna e democratica nella quale tutti, anche loro, debbono agire. Ma c’è anche il fascismo degli antifascisti che continua a fare danni urticando di parole e veleni ogni cosa che accade fuori dallo schema mentale che ci ha lasciato il Novecento. Immaginando di vedere sempre fuori da ogni governo e da ogni luogo di potere provenienze, persone e cittadinanze che sono stati a destra e che non sono mai appartenuti al proprio alveo culturale e politico.

La festa della mia Repubblica nel primo anno di potere dato a destra per intero dice che gli italiani stanno, forse, più avanti di chi la butta sempre e solo sul piano ideologico e divide fascisti e antifascisti come fosse un muro senza nessuna comunicazione. Dice che un paese sano deve avere alternanze perché se il potere è sempre nelle stesse mani la democrazia non c’è più. Lo scrissero persino nella Costituzione che in molti accampano come proprio esclusivo patrimonio civile e culturale dimenticando che essa è il patrimonio di tutti altrimenti non ci sarebbe il Parlamento e nemmeno libere elezioni. La festa della mia Repubblica mi ha posto davanti visi, espressioni e persone diverse a cui non ero abituato e che a vederli così da vicino desta meraviglia. Ma anche l’idea di aver fatto tutti un passo più avanti. E se una destra moderna, del tutto lontana ed avversa ai fasci e alla nostalgia di Mussolini e delle cose che ha fatto, è un auspicio che tutti dobbiamo favorire, quella sinistra che si dichiara antifascista sia, quando diventa opposizione in Parlamento e nel paese, sentinella e cardine dentro quel sistema di democrazia reale e completa fatta di checks and balances ma anche aiuti anch’essa a superare le vecchie categorie mentali del Novecento. La Costituzione sia un patrimonio di tutti e nessuno si senta più democratico, più autorevole o moralmente superiore accanto ad altri cittadini che pur venendo da destra abitano la nostra stessa Costituzione e la nostra Italia.


Ecco le foto che ho scattato il 2 giugno 2023 a Roma…
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