Ode ad Ugo a cui mi accomunano mille trame. Cercando il bene, la bellezza, la cultura

Ugo è fatto così. Che quando vuoi capire quante vite ha vissuto, che cosa ha patito, quante strade è riuscito a percorrere non puoi dirlo. Rigore e disciplina, azione e meditazione, estrema destra ed estrema anarchia, fede e misticismo, dubbio e dogma. Un uomo intelligente dovrebbe avere la capacità di guardare, da tante angolazioni diverse, la sua vita, la vita dei propri simili. Ugo sa essere così. Che anche quando è infervorato dalle matrici che, in gioventù, lo hanno ispirato di più, si rende conto e si ferma in tempo. Nelle sue vene scorre sangue partenopeo ma il suo accento è quanto di più diverso potrebbe sentirsi sotto il vulcano dormiente.

Ugo ha un grande pregio: sa essere vero, autentico e sa capire chi ha di fronte. Persegue la libertà e l’immaginazione. Un vissuto recente mi ha consentito di potermi affiancare alla sua vicenda umana e professionale ma delle sue qualità, del grande valore che egli ha dato alla parola “cultura” lo avevo intuito sin dal primo momento che ci siamo incrociati. E così è stato per lui con me. Un’amicizia vera, forte, leale, semplice e complessa come so essere io, come sa essere lui. Un’amicizia che ci ha consentito, da subito, di stabilire sintonie, affinità, vicinanze, sincronie di visioni e di impegni civili e culturali. La mia amicizia con Ugo ha un grande futuro ed è tra quelle amicizie che rinfrancano la vita umana da ogni cattiva esperienza con altri prossimi: quelli avidi, falsi, ambigui, interessati, accattoni, rozzi, mediocri. Ugo è l’opposto: una visione sull’impegno civile, un progetto sulle tante cose belle che la vera Amicizia può dare.

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Di Ugo mi sono fidato subito ma ho anche voluto la libertà di poter dubitare. E il dubbio ha fatto parte di una crescita, di ciò che stava venendo fuori come seme di letizia, di gratitudine alla Vita per aver posto sui miei passi i passi di Ugo. Ugo è fuori dalla mischia del meridione eppure lo conosce a fondo, il meridione, conosce le sue ombre e le sue luci. Ugo è in un luogo d’Italia dove i contrasti sono stati meno forti perché le “operosità”, gli ingegni, si sono messi in moto davvero, hanno fatto comunità, hanno trasformato in economia i talenti umani. Non di meno, i luoghi di Ugo sono pervasi dalle insidie ma può trovarsi il tempo di guardare il mondo da un monte che si chiama Cimone e mette davanti la libertà, la fantasia, l’immaginazione, il silenzio. Ugo sa vivere la meraviglia dei bambini e l’arguta previsione dei vegliardi. Ugo ama la legalità e la sostiene davvero: rinnega il malaffare e lo combatte con me.

Ugo ha vissuto vite diverse in una sola Vita e non ha mai perso la trebisonda anche quando, caduto a terra, sembrava notte fonde. Ugo è un galantuomo che conosce i codici umani della bellezza e della caducità. Ugo ha il sospetto e la voglia di sfuggire ad un’amaro destino: quello di tutti i mortali e quello, più amaro ancora, degli uomini e delle donne coraggiose, leali, vere: il destino di chi deve essere un pioniere per se stesso, i suoi figli, i suoi cari. Ugo è memoria, ricordo, sofferenza e lotta. Ugo è un progetto che può portarci molto lontano e riscattare gli errori fatti nella vita, da me e da lui, quando nella Vita impeto e forza, carattere e ostinazioni si danno appuntamento in una stessa storia. Ugo è un grande amico. Così grande che assomiglia ad un fratello ed io non potevo minimamente tacere la gratitudine che si deve alla Vita quando incontri un amico così. Ad maiora, Ugo. Ad maiora semper perché mi assomigli, perché ti assomiglio!

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